Cambiare Tutto Un’Ora Alla Volta Per Cambiare La Politica Economica

La proposta di Legge Regionale, di LeU “Misure per la riduzione dell’orario di lavoro e della disoccupazione”, tra le finalità enunciate indica la riduzione della disoccupazione, il miglioramento del rapporto fra tempo di vita e di lavoro e il riequilibrio del rapporto fra profitti e salari, nonché la promozione dell’idea di una progressiva riduzione degli orari di lavoro a parità di salario.
Sempre fra le finalità è enunciata una diversa cultura del lavoro, più attenta alla liberazione di tempo per lo sviluppo dell’esistenza individuale e sociale delle persone, per la vita privata, la partecipazione sociale e le relazioni.
Questa proposta di Legge ottima per diminuire la disoccupazione proposta a livello istituzionale, per una forza politica di Sinistra deve essere un punto di partenza per proporre una diversa politica industriale e di sviluppo.
Credo che non sia errato oggi riproporre lo slogan degli anni settanta / ottanta “Lavorare meno lavorare tutti”
riproponendo le 36 ore e/o il sei per sei, tenendo conto che in molte categorie nei contratti vi è già una riduzione di orario e sono ore a disposizione del lavoratore che per la maggior parte vengono utilizzate per dei permessi.
Attraverso una Legge Regionale per cambiare la Politica Economica dell’Italia, abolizione del Jobs-Act, rivedere lo Statuto dei Lavoratori, porre per legge la paga minima oraria, che dovrebbe oggi essere attorno i 10 euro lordi, per dare dignità al lavoro e ai lavoratori.
A livello istituzionale vi sono varie competenze sulla politica economica, ma credo che sia molto importante ripartire dai territori e ripensare a ragionare con i distretti industriali, con i benefici e i rischi che si possono correre in caso di crisi, pezzi di territorio in cui può aumentare la disoccupazione, ma anche con la partecipazione di tutti i soggetti interessati: Aziende, Sindacati, Lavoratori, Enti Locali, il superamento molto più velocemente dello stato di crisi.
Cosa può fare La Regione, Il Comune, Le Aree Metropolitane (non è meglio richiamarle Province), se noi pensiamo di ragionare per distretti, il Piemonte ha già una sua fisionomia, pensiamo al Biellese, all’ Alessandrino con la zona dolciaria e orafa.
La concentrazione più alta di industrie e popolazione è Torino e la sua Provincia, in cui la globalizzazione a prodotto i danni più alti e con una amministrazione che deprime sempre di più il tessuto sociale con la sua decrescita felice, occorre cambiare passo e concentrarsi per uno sviluppo sostenibile, ma nello stesso tempo indicare e agire per sviluppare quei settori che possono reggere allo scontro con la globalizzazione.
Se analizziamo il tessuto produttivo dell’area Torinese scopriamo che i settori in cui c’è grossi margini di sviluppo sono: la meccatronica, l’aerospaziale, il turismo e la cultura, un discorso a parte va fatto per tutto il settore automotive.
Torino si sente orfana della sua più grande industria, cioè la FIAT, anche se qualcuno aveva venduto come sostituzione della grande fabbrica di Automobili, il Polo del Lusso che si è rilevato un grande bluff; che da 65.000 automobili prodotte inizialmente oggi ne producono tra le 20.000 e le 23.000 unità.
I sindacati dicono che per rilanciare Mirafiori occorrono nuovi modelli, a mio avviso la proprietà ha invece deciso di ridurre il suo impegno nel settore auto, per dedicarsi solo più alla finanza nei settori maggiormente retributivi, questo lo si deduce dalla vendita della Magneti – Marelli, azienda del Gruppo che è in grado di sviluppare i sistemi per l’auto elettrica e quella che si guida da sola, automatizzando le strade, dato che aveva già iniziato gli studi negli anni novanta del secolo scorso.
Arrivando a Torino sulle strade vi sono dei cartelli che la indicano come “La Città dell’Automobile”, non vorrei che dovessimo scrivere Ex, oggi vi sono ancora molte aziende che lavorano nel settore auto, quello che veniva indicato come indotto FIAT, che oggi lavora con tutti i costruttori mondiali di automobili.
Abbiamo ancora tra i migliori designer di carrozzerie, un importante scuola di designer, una Università come il Politecnico tra i primi del mondo per lo studio dei motori e vincitore di numerose gare a livello internazionale dei prototipi a trazione elettrica.
Credo che gli Enti Locali si devono fare promotori per la costituzione di un consorzio tra produttori dell’ automotive, per la costruzione di autovetture Ibride ed Elettriche, inoltre bisogna attirare nuovi costruttori, tipo l’americana Tesla, che vorrebbe produrre dei suoi modelli elettrici in Europa, Torino e il Piemonte hanno tutte le competenze tecniche per attirare questa industrie e altre, ma questo non basta perché in giro per l’Europa vi sono altre zone con le stesse caratteristiche.
Io indico solo tre punti che per le aziende sono importanti e che gli Enti Locali con l’appoggio dello Stato devono diventare attraenti:
Settore Amministrativo, diminuzione della burocrazia, sportello unico per aprire un’attività, con obblighi chiari e costi equi.
Settore infrastrutturale, linee telematiche ad alta velocità, linee telefoniche installate in tempi certi, così come quelle elettriche e del gas.
Settore Logistico, che deve essere ecocompatibile senza consumo di suolo, perciò auspico che le infrastrutture che sono in costruzione vengano terminate nel più breve tempo possibile, vedasi Terzo Valico; La Torino – Lione; L’autostrada Asti – Cuneo; perché sarebbe uno spreco di danaro pubblico lasciare queste opere incompiute, inoltre se non si vogliono terminare, occorre ripristinare i territori come erano prima della costruzione delle opere, che forse i costi sono superiori che portarle al termine.
La Torino – Lione che sembra la madre di tutte le battaglie, credo che meriti una piccola riflessione: oggi esiste una linea ferroviaria che ha più di 100 anni e per il trasporto merci occorrono due locomotori per superare il dislivello dell’attuale linea, si sta raddoppiando il tunnel autostradale del Fréjus, e qualcuno sta parlando del raddoppio della Torino – Bardonecchia con conseguente consumo di suolo, aumento del traffico, oggi su questa autostrada circolano 350.000 autoarticolati all’anno, perciò con il raddoppio aumenterà il traffico e di conseguenza l’inquinamento atmosferico, con la nuova linea permetterebbe di ridurre il traffico autostradale.
Inoltre Io sono un amante del traffico su rotaia, sia merci che passeggeri, e plaudo alla proposta dell’alta velocità ferroviaria tra Torino e Malpensa, ma mi accontenterei di una linea ad altissima velocità, 400/500 Km/h da Novara a Malpensa, anche perché ci permetterebbe di non rimanere indietro nella sfida tecnologica che oggi sui treni si sta giocando tra Germania e Giappone, e come si sul dire l’Italia sta perdendo il treno, noi che già negli anni ’30 del secolo scorso avevamo inventato i treni ad alta velocità, la littorina, tenendo conto degli in cui entro in funzione.
Qualcuno non molto tempo fa disse che era finita la conflittualità tra capitale e lavoro, io credo invece che siamo a uno scontro molto più elevato del passato; per una forza di Sinistra vi è la solita domanda che fare per
aumentare il benessere dei lavoratori e nello stesso tempo non fermare lo sviluppo.
Credo che solo una Società Socialista possa fermare la conflittualità tra Capitale e Lavoro, nell’immediato la nostra lotta si deve indirizzare verso l’applicazione della Costituzione Italiana, che contiene elementi di Socialismo, combattere tutte le ingiustizie e le prevaricazioni, per dare alle future generazioni una speranza di un Mondo più giusto dove nessuno deve essere più sfruttato.

Cambiare Tutto Un’Ora Alla Volta Per Cambiare La Politica Economicaultima modifica: 2018-11-29T19:18:20+01:00da madalo51
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