CONTRIBUTO PIANO CASA

Oggi il Governo a varato il decreto sviluppo introducendo una “privatizzazione di fatto” del patrimonio costiero “cedendolo” a pochi soggetti più ricchi a scapito dell’intera cittadinanza.

Inoltre con La deregulation totale introdotta con il nuovo Piano casa, con l’autocertificazione per tutte le nuove costruzioni e col passaggio dalla Dia alla Scia e i vari premi in cubatura, condannano il nostro Paese alla devastazione e all’affermazione che il più ricco vince su tutti e fa quel che vuole del patrimonio comune. Non risolvendo il problema Casa per migliaia di Cittadini.

Con l’aggravarsi della crisi economica continua lo stillicidio delle famiglie non non riescono più a pagareil Mutuo.

Anche a Torino si contano a migliaia le famiglie che sono più in grado di pagare il Mutuo;

la situazione tende a peggiorare sempre di più perché non si trovano case in affitto a canoni compatibili con gli stipendi.

Si continua a costruire in ogni spazio e l’ente pubblico ha abdicato alla sua funzione di programmazione lasciando al privato lo sviluppo della Città , pensando solo a fare cassa.

In questa situazione gli unici a guadagnarci sono le banche e i costruttori edili.

Se negli Anni ’80 i Comuni ,soprattutto quelli governati dalla Sinistra hanno pensato che occorreva

ridurre la costruzione di case popolari perché si rischiavano solo dei ghetti, passando alla costruzione di alloggi in convenzionato, alla luce di quello che sta succedendo credo che fu pura illusione che così si risolvevano tutti i problemi abitativi.

Occorre oggi pensare nuove strategie per risolvere tale problema guardando anche a quello che si sta facendo in Europa.

La Francia ha il 48% di edilizia Pubblica contro uno scarso 5% dell’Italia.

La Francia a messo in moto un sistema per  trovare le risorse per l’ acquisto dei terreni a prezzo di mercato, costituendo società miste in cui il privato acquista il terreno e si ripaga il costo con la costruzione sul 50% del terreno e sull’altro 50% l’ente pubblico costruisce edilizia pubblica, in questa maniera controlla e programma lo sviluppo del territorio, calmiera i prezzi degli affitti essendo proprietaria di circa il 50% delle unità immobiliari.

In Italia occorre fare un salto culturale, ovvero non parlare più di edilizia economico popolare, ma di Edilia Pubblica, in cui sia i sistemi costruttivi che di assegnazione cambiano radicalmente.

Partiamo dal sistema costruttivo che deve essere eco-compatibile e che sfrutti l’energia solare e geotermica per il suo funzionamento ( un esempio molto positivo è quello fatto dal Comune di Alessandria nella ricostruzione del Quartiere Cristo con l’ edilizia pubblica), case che devono essere non più costruite al massimo risparmio perché popolari, ma costruzioni che il linguaggio di oggi definisce di Civile Abitazione e diventino veramente patrimonio della Città.

Oggi il sistema di assegnazione di alloggi pubblici avviene ponendo a base molti parametri ( Basso reddito max. 12.000,00 euro, abitazioni malsane, alto numero di componenti del nucleo familiare), questo rischia di costituire un ghetto, anche se attorno noi costruiamo i servizi essenziali.

Occorre anche nell’assegnazione cambiare politica e pensare che l’accesso al alloggio pubblico debba essere allargato a fasce molto più ampie di cittadini.

Se Noi poniamo solo per parametro di accesso il reddito familiare e su questo facciamo il canone di affitto, ponendolo al 15%  del reddito annuale lordo, potremo suddividere per poter accedere agli alloggi n. 4 fasce

a)      redditi fino a € 18.000,00

b)      redditi fino a € 30.000,00

c)      redditi fino a € 40.000,00

d)     redditi fino a € 50.000,00

 

con percentuali di assegnazione del 25% per a-b- c, 15% per d e il restante 10% a emigrati che risiedano in Italia da almeno tre anni con regolare permesso di soggiorno suddividendo la loro quota del 25% per ogni fascia di reddito come sopra esposta.

Inoltre occorre per ogni fascia di reddito suddividere per classi di età, circa il 25% come sotto esposto, in modo di permettere l’accesso sia ai giovani che agli anziani, così suddivisi .

a)      dai 18 anni ai 30 anni

b)      dai 30 anni ai 40 anni

c)      dai 40 anni ai 50 anni

d)     oltre i 50 anni

l’ assegnazione dovrà avvenire solamente per sorteggio presso l’intendenza di Finanza con una commissione composta da membri dell’ Ente Pubblico, della Magistratura e delle Associazioni degli inquilini per la verifica dei requisiti richiesti.

L’affitto deve  essere rivisto ogni tre anni, in modo che segua l’andamento finanziario del nucleo familiare.

Questa politica sulla casa può essere messa in movimento fin da subito.

Alcune settimane fa’ veniva riportato dal “La Stampa” l’intervento del Comune nelle Case ATC, per morosità o/e per mancanza di requisiti ovvero abusivi; i candidati Sindaco dichiaravano che ocorreva cambiare i regolamenti, in che verso non è emerso, ma penso che non basta cambiare dei regolamenti per risolvere il problema della Casa, ma che serve un vero piano Casa, con costruzione di migliaia di vani in edilizia residenziale Pubblica

CONTRIBUTO PIANO CASAultima modifica: 2011-05-05T17:07:00+02:00da madalo51
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